GIUSTIZIA E PACE: PER RICOSTRUIRE IL TESSUTO SOCIALE

GIUSTIZIA E PACE: PER RICOSTRUIRE IL TESSUTO SOCIALE*
di Gaetano Marino

Il diacono ha qualcosa di diverso che lo rende vicino alla gente… è capace di partecipare più direttamente e concretamente ai problemi, alle angosce, alle attese, alle prove della vita, in particolare, vive ed è coinvolto in prima persona. E’ in questo modo, che il diacono vive la sua vocazione di essere missionario, sanando e lenendo le ferite della vita: una forte spinta a ricostruire un tessuto umano-sociale che attraverso la testimonianza della vita, porta ad avvicinare, accompagnare ed amare tanti. Quindi, l’incontro, la relazione, diventano sacramento perché suscitano apertura, cambiamenti di mentalità.
Ricordo che nel giugno del 2013, a Napoli si tenne il primo incontro della consulta dei diaconi ed in quella occasione fu detto: “Il diacono è chiamato a vivere il suo ministero in tutti gli ambiti che lo vedono impegnato ogni giorno (famiglia, lavoro e parrocchia), un ministero capace di incarnare nella società di oggi la fede che sa aprirsi all’altro, che sa uscire dalle mura sacre: una fede che sa dialogare con l’altro nella realtà nella quale la comunità degli uomini si trova a vivere, e proprio per la sua specifica indole sa cogliere le istanze, i problemi, le difficoltà dell’uomo di oggi”. Bisogna premettere che in questi ultimi anni si sta registrando nella vita del diacono un certo ritorno alla sola vita liturgica e sacramentale,in alcuni casi presenzialista per affermare il proprio ruolo nella comunità, piuttosto che come centro verso il quale convergere l’intera vita del diacono; per questo è necessario un recupero dell’impegno verso il bene comune, che vuol dire innanzitutto vivere la propria esperienza di fede e di vita nell’ambito sociale per favorire una coscienza più attenta ai comportamenti etici, alle cause di degrado, al bene di tutti, per far crescere il senso di responsabilità civica al fine di rimuovere ciò che ostacola il bene comune, di praticare la giustizia che vuole dire: “Dare a ciascuno il suo”.
Il diacono deve con la sua testimonianza e con il suo impegno sostenere i valori della solidarietà, della sussidiarietà e dell’uguaglianza. Credo che sia auspicabile che i diaconi non vivano solo l’aspetto liturgico, ma che siano convinti della loro vocazione. Infatti,  all’inizio del cristianesimo sono stati chiamati vicino agli orfani, alle vedove ed ai bisognosi. E’ necessario che i diaconi abbiano le idee chiare, la consapevolezza che il loro ministero è al servizio della comunità, è preziosa presenza sull’esempio di ciò che ci ha insegnato Cristo nella parabola del buon Samaritano e con la lavanda dei piedi.

*MARINO G., Giustizia e pace: per ricostruire il tessuto sociale, in Il diaconato in Italia,   201(2016), p. 14.