Giornata Regionale dei Diaconi Permanenti 2023
“Il Diaconato permanente come profezia per il futuro della Chiesa”.
Sabato 18 marzo, il Santuario della Beata Vergine del Rosario in Pompei è stato la cornice della Giornata Regionale dei Diaconi Permanenti organizzata dal settore Diaconi Permanenti della CEC curato da S.E. Mons Gennaro Acampa, Vescovo Ausiliare Emerito dell’Arcidiocesi di Napoli e dall’Incaricato Regionale diacono Giuseppe Daniele. Hanno partecipato all’evento: S.E. Mons. Antonio Di Donna, Vescovo della Diocesi di Aversa e Presidente della CEC; S.E. Mons, Antonio Caputo Prelato Pontificio del Santuari ed alcuni Vescovi della Campania e oltre trecento diaconi accompagnati dalle loro spose e alcuni figli, i Presbiteri Delegati Vescovili delle singole diocesi e i Presbiteri collaboratori, incaricati per la formazione al Ministero e quella permanente per gli Ordinati.
All’Altare della Madonna, S.E. Mons. Caputo ha rivolto il suo indirizzo di saluto al Card. Lazzaro You Heung sik, Prefetto della Congregazione del Clero, a S.E. Mons. Di Donna, S.E. Mons. Acampa, agli Eccellentissimi Vescovi, ai Presbiteri, ai Diaconi e alle loro spose e figli.
Nel suo intervento il Prelato, prendendo spunto dal brano evangelico di Marco (10,35-45) e dalle parole rivolte da Papa Francesco ai Diaconi di Roma incontrati il 19 giugno 2019, ha ricordato che i Diaconi sono le icone di Cristo Servo e, come disse Papa Francesco: “sentinelle: non solo capaci di avvistare i lontani e i poveri ma che aiutiate la comunità cristiana ad avvistare Gesù nei poveri e nei lontani”
Mons. Caputo ha brevemente ripercorso la storia del Diaconato nella nostra Regione e in particolare nella Chiesa di Napoli dove all’indomani del Concilio Vaticano II il Card. Corrado Ursi nel settembre del 1972, diede inizio al cammino di formazione al Ministero e nel giugno 1975 ordinò i primi Diaconi. Da allora l’Arcidiocesi, una delle prime in Italia, ha goduto del dono dello Spirito Santo che l’ha arricchita di un gran numero di Ministri.
In chiusura del suo intervento Mons. Caputo ha ricordato la figura del Beato Bartolo Longo di cui si celebra l’Anno Giubilare Longhiano in occasione del 150mo anniversario della venuta del Beato a Pompei, che dopo la sua conversione ha vissuto da laico “la Diaconia della Carità” dedicando la sua opera a favore dei fanciulli più bisognosi: orfani, figli di carcerati, con la costruzione delle varie opere pompeiane che ancora oggi aiutano tantissimi ragazzi, giovani, uomini e donne in difficolta; e contribuendo allo sviluppo della Valle di Pompei. La preghiera per la canonizzazione del Beato Bartolo Longo ha chiuso la prima parte della giornata.
Il saluto e il ringraziamento per la numerosa partecipazione di S.E. Mons. Acampa a tutti i presenti, ha dato inizio alla seconda parte della giornata. Il Presidente della CEC S.E. Mons. Antonio Di Donna ha rivolto l’indirizzo di saluto al Card. Prefetto, ai Vescovi presenti e ringraziato Mons. Acampa, che con tanto amore e dedizione cura i diaconi della Regione e in particolare quelli della Chiesa di Napoli, i Presbiteri e i Diaconi, anche in none di tutti i Vescovi della Campania per la loro opera meritoria.
Prendendo spunto dal titolo della giornata “Il Diaconato permanente come profezia per il futuro della Chiesa” ha messo in risalto il momento storico che stiamo vivendo, ricordando le dichiarazione dell’allora card. Ratzinger, del card. Martini e del Teologo Armando Matteo e di Papa Francesco sul futuro della chiesa post conciliare e sul cambiamento epocale della Chiesa in tutte le sue espressioni; e in questo contesto ha delineato la figura e il ruolo dei diaconi, esortandoli a non cadere nell’autorefenzialismo e nel clericalismo, ma essere parte attiva di questo processo di ammodernamento. In conclusione Mons. Di Donna ha invitato tutti a mettere al centro dell’opera evangelizzatrice, il Vangelo che è Cristo Luce del Mondo.
Il Card. Lazzaro Sik, prendendo la parola, ha ringraziato per l’invito ricevuto e espresso la sua gioia nel vivere questo momento di Comunione, e relazionato sul tema proposto per la Giornata. Un Diacono ha proclamato il brano evangelico di Luca (16,19-31) noto come la parabola del ricco Epulone e il povero Lazzaro, e commentando tale brano, il Card. Prefetto ha aiutato tutti a riconoscersi in ognuno dei personaggi della parabola.
Ricordando alcuni numeri della Lumen Gentium, la parabola del Buon Samaritano (Lc 10,25-37), le Encicliche Deus Caritas est, Evangelii Gaudium, ha delineato il ruolo che il Diacono deve avere nella Chiesa del futuro.
Una Chiesa in cui il Diacono non è solo al servizio di una comunità Parrocchiale ma deve essere al servizio di comunità inter parrocchiali, decanali; e sia, come affermato da Papa Francesco ai diaconi Romani:” Mi aspetto che siate delle sentinelle: non solo che sappiate avvistare i lontani e i poveri – questo non è tanto difficile – ma che aiutiate la comunità cristiana ad avvistare Gesù nei poveri e nei lontani, mentre bussa alle nostre porte attraverso di loro. E una dimensione anche, dirò, catechetica, profetica, della sentinella-profeta-catechista che sa vedere oltre e aiutare gli altri a vedere oltre, e vedere i poveri, che sono lontani”.
In conclusione il Prefetto ha detto che è necessario che il Ministero Diaconale sia conosciuto non solo dai Fedeli ma anche dai Presbiteri e siano favoriti eventi vocazionali di preghiera per incrementare e migliorare questo prezioso servizio, e con l’indizione di Giornate Diocesane per il Diaconato e i Diaconi Permanenti.
Dopo una breve pausa, l’incontro è proseguito con la presentazione delle testimonianze delle attività svolte da alcuni diaconi nelle proprie diocesi, esempio delle attività che vedono impegnati quotidianamente, i diaconi.
La prima testimonianza è stata presentata da un Diacono dell’Arcidiocesi di Salerno che è stato chiamato dall’Arcivescovo a ricoprire il ruolo di Economo Diocesano, un campo di azione che gli offre la possibilità di mettere a disposizione le sue competenze professionali al servizio della Diocesi.
Le seconda testimonianza è stata offerta da un Diacono della Diocesi di Caserta che ha ricevuto dal suo Vescovo il mandato di curare pastoralmente una piccola comunità di fedeli. Insieme alla sua famiglia e con l’aiuto di altri Diaconi, assicurano assistenza spirituale e morale attraverso l’ascolto dei fedeli.
E’ stata la volta di due Diaconi, uno dell’Arcidiocesi di Napoli e l’altro della Diocesi di Nola che svolgono il loro Ministero nell’ambito della Pastorale Carceraria. In particolare essi svolgono il loro servizio tra i detenuti della Casa Circondariale di Napoli e di Lauro (AV). Il Diacono di Napoli è anche Vice Direttore Diocesano della Pastorale Carceraria. Essi sono vicini ai reclusi con incontri bisettimanali durante i quali, oltre all’opera evangelizzatrice, li ascoltano offrendo loro consigli per migliorare la loro vita e prepararli al reinserimento nella società. Inoltre essi assistono le famiglie dei reclusi e coloro che sono affidati alle cura del Centro e alla Casa di accoglienza Diocesana.
Una coppia della Diocesi di Pozzuoli ha illustrato ai convenuti, la loro esperienza di animazione dei gruppi parrocchiali di pastorale familiare che offrono attività di catechesi e di accompagnamento delle giovani coppie.
Infine un Diacono dell’Arcidiocesi di Napoli con la moglie e le due figliole, hanno presentato, oltre le attività svolte nella Comunità Parrocchiale assegnata, la loro esperienza di tutor di una famiglia di un candidato al Minstero esplicata principalmente con la loro esperienza di vita familiare e con momenti di comunione e fraternità.
Il Card. Lazzaro si è molto compiaciuto di queste esperienze presentate, che rappresentano il Ministero dei Diaconi e la partecipazione piena delle loro famiglie; e ancora una volta ha ringraziato Mons. Acampa per l’invito a lui rivolto e a tutti i presenti per questi meravigliosi e commoventi momenti di comunione fraterna; assicurando che appena rientrato a Roma, avrebbe relazionato a Papa Francesco questa bella esperienza.
La preghiera finale e la benedizione impartita dal Cardinale e da tutti i Vescovi presenti ha chiuso l’incontro.
Giuseppe Daniele diacono