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Formazione 29 Ottobre 2016 Relazione IV

  

         Relazione del gruppo di lavoro n. 4

    moderato dal diacono Gennaro

 

Sintesi riflessioni sull'identità del diacono e sul servizio
L' identità del diacono non può che partire dall'esperienza personale raccontata nel vissuto, dalla chiamata vocazionale all'impegno ministeriale e missionario profuso nel quotidiano.
Gli ambiti primari, messi in evidenza dai diaconi partecipanti e dalle mogli, sono:
•          Esperienza di umanità : essa parte dalla famiglia; la preghiera in famiglia e con la moglie fa crescere e mette in risalto il rapporto di accoglienza dell'altro. Se non c'è amore e preghiera manca tutto.. Fuori si rappresenta l'unità della famiglia, l'intera famiglia a servizio dei poveri, degli ammalati, e di chi soffre di varie dipendenze, di chiunque è debole. Essere per tutti sempre presenti .
L'aspetto teologico ed umano devono camminare insieme. Quindi il diacono deve essere l'esperto di teologia e di umanità. (da curare maggiormente). 
•          Fiducia nella figura del diacono: il diacono, avendo ricevuto l'ordine sacro e identificandosi con Gesù servo, non può mettere alcun limite umano a Gesù che opera nella vita di ognuno di noi. Per questo egli è già pronto, è già attivo. E' la Chiesa che deve avere maggiore fiducia e credere nella sua opera.
•          Il diacono nel mondo: Il diacono arriva in ogni dove: nel  mondo del lavoro, delle attività sociali e delle attività produttive. Egli deve essere identificato come colui che serve là dove si trova. Per questo occorre una spinta spirituale per sentirsi  liberi dai condizionamenti che dà la società. (occorre una costante formazione spirituale).
•          Il diacono costruttore della comunione e del perdono: Il diacono deve creare comunione nell'ascolto e nella prudenza: deve comprendere le ragioni degli altri, compenetrarsi nei loro cuori.
Non dimenticare la confessione per sperimentare la presenza di Dio nel quotidiano. “La misericordia di Dio sarà sempre più grande di ogni peccato” (Papa Francesco). Questo ci mette nelle condizioni di saper attendere l'altro ed il suo tempo e di avere fiducia in lui. Il diacono deve  seminare la comunione ma soprattutto la fiducia.
•          Alcuni diaconi, da poco ordinati, rappresentano le loro difficoltà a mettere in pratica il servizio ministeriale perché condizionati dalle esigenze parrocchiali e del parroco. Al contrario sul lavoro hanno una propria identità.
•          Le mogli affermano che si è diaconi prima in famiglia e poi in parrocchia ed in diocesi. Esse seguono i mariti e si impegnano nelle comunità parrocchiali offrendo il proprio servizio soprattutto ai poveri, agli ammalati e per il catechismo. Sottolineano che manca la formazione all'accoglienza della moglie del diacono che comunque è a servizio della comunità.
Lanciano,poi, una sfida: Se la Chiesa sa quale deve essere l' "identità del diacono ed il suo servizio ministeriale, perché non ce lo fa sapere?