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Giornata Regionale dei Diaconi Permanenti 2024

 

Giornata Regionale dei Diaconi Permanenti 2024

Diaconi Permanenti: custodi del servizio della Chiesa.

I diaconi della Regione Campania accolti da S.E. Mons. Gennaro Acampa, delegato per il Diaconato permanente della Conferenza Episcopale Campana e dal diacono Giuseppe Daniele, incaricato della CEC per il Diaconato permanente, molti dei quali accompagnati dalle loro mogli e taluni anche dai figli, hanno gremito la grande sala del Santuario della Madonna dell’Arco in Sant’Anastasia per dare vita alla Giornata Regionale del Diaconato del 13/04/2024. All’incontro hanno partecipato diversi presbiteri, delegati vescovili per il Diaconato o incaricati per la formazione iniziale al Diaconato.
Sono intervenuti S.E. Mons. Antonio di Donna, Presidente della Conferenza Episcopale Campana, e S.E. Mons. Gennaro Pascarella, Vescovo Emerito di Pozzuoli e di Ischia, che ha svolto la relazione: Diaconi Permanenti: Custodi del servizio nella Chiesa.
L’assenza degli altri Vescovi della Regione è stata giustificata questa volta dalla partecipazione degli stessi, nel corso dell’intera settimana, alla Visita ad limina Apostolorum in Roma.
Dopo la preghiera e i saluti agli intervenuti da parte di Mons. Acampa, ha porto il suo saluto Mons. Di Donna; Egli, partendo dalla lettura biblica, proposta dalla liturgia del giorno (At 6,1-7), ha ricordato che quel testo degli Atti degli Apostoli è ritenuto comunemente come l’origine del diaconato nella Chiesa con l’indicazione del suo specifico servizio: un ministero che è inserito nel sacramento dell’Ordine e che ha il suo fondamento nella vocazione, accertata attraverso un attento discernimento del Vescovo e degli incaricati alla formazione.

 

 

Mons. Di Donna ha proseguito nel suo intervento portando il saluto di Papa Francesco ed esponendo le attività svolte in Vaticano nel corso di un’intera settimana durante la quale i Vescovi, oltre a consolidare la comunione fraterna fra di loro, hanno avuto la possibilità di incontrare il Papa e i Responsabili dei Dicasteri che regolano la vita della Chiesa, confrontandosi sui vari aspetti e problemi concernenti sia la vita e la missione dei ministri ordinati, sia le attività pastorali delle singole Diocesi e i rapporti  di esse con gli Enti locali.

La relazione di Mons. Pascarella, frutto di un lavoro “sinodale” compiuto dal Vescovo con i Diaconi della Regione, chiamati a confrontarsi su una prima bozza per offrire alcune considerazioni e proposte, ha messo in risalto l’attualità e la giusta collocazione del diaconato in questo contesto storico, definito a più riprese da Papa Francesco come un “cambiamento d’epoca”. Viviamo, infatti, un tempo particolare della storia dove il Cristianesimo non è più la religione culturale e dove gli stessi valori cristiani non sono da tutti riconosciuti e condivisi.
In questo contesto è indispensabile perciò che il Diaconato, reintrodotto nella prassi ecclesiale in forma permanente soltanto da una sessantina di anni e aperto anche agli uxorati che vivono immersi “nel mondo”, risponda alla domanda: in questo cambiamento d’epoca: quale diaconato? quali compiti ed attenzioni?
Mons. Pascarella, partendo dal carisma del servizio e dall’impegno missionario della Chiesa, ricorda che tutti i ministri sono chiamati alla corresponsabilità, secondo i vari gradi che nascono dal Sacramento dell’Ordine. Il Pastore nella sua esposizione ricorda che il ministero non è semplicemente “una funzione operativa che concerne l’esperienza”, ma in forza dell’azione santificatrice dello Spirito, diventa azione di Cristo presente nella Chiesa. La Carità, che come scrive san Paolo nella lettera ai Corinzi, non avrà mai fine” (1Cor 13,8) trova nel diacono l’icona perfetta, il segno più concreto. Il servizio diaconale, partendo dall’Eucarestia, fonte e culmine della vita della Chiesa, dovrebbe così coprire tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano: famiglia, lavoro, svago, aggregazioni sociali e comunità parrocchiali. In questo modo il Diacono svolge il suo ministero a “tempo pieno” vivendo la diaconia della Parola, della Liturgia e della Carità, ambiti che non possono essere mai visti e vissuti separatamente. In conclusione Mons. Gennaro Pascarella ha ricordato alcune configurazioni del diacono: Ministro della soglia, per la sua specificità di vivere nel mondo come “propaggine più avanzata della Chiesa”; Braccio del vescovo, per il ministero che svolge su delega del Vescovo assieme al presbitero, che ne è l’altro braccio; Occhio della Chiesa sui poveri, per la specificità del suo servizio verso i più bisognosi: egli deve ricordare a tutti con il suo impegno la “scelta preferenziale” della Chiesa per i poveri.
La relazione termina auspicando una maggiore rivalutazione del Diaconato e un affidamento ai Diaconi della cura particolare di alcuni ambiti caratteristici della nostra vita quotidiana quali la sanità, il lavoro, la scuola, la famiglia, il mondo dell’economia, senza trascurare le periferie geografiche ed esistenziali dei nostri territori.
Si auspica, infine, che il cammino sinodale, in questo cambiamento d’epoca, aiuti la Chiesa nel ripresentare in modo efficace la fede cristiana, facendone riscoprire i suoi grandi valori.
Dopo la pausa per un momento di ristoro e di fraternità, sono state presentate, nella seconda parte dell’incontro, cinque testimonianze da parte di alcuni diaconi delle Diocesi di Napoli, Nocera-Sarno, Pozzuoli e Salerno, che hanno riferito, attraverso particolari episodi della loro esistenza, come hanno scoperto la vocazione e come vivono il ministero nel servizio alle più varie fragilità. Sono state esperienze molto toccanti, che hanno fatto conoscere ancor di più all’assemblea quanto bello e prezioso è il ministero del diacono permanente per l’intera chiesa.
La preghiera del Diacono, composta da Papa Francesco, gli ultimi saluti di mons. Acampa e la benedizione di S.E. Mons. Gennaro Pascarella hanno concluso la proficua giornata.
  Giuseppe Daniele