LO STATO DEL DIACONATO NELLA CHIESA ITALIANA - Pag. 7

del presbitero da parte della Congregazione per il Culto divino ha cercato proprio di dare una precisa risposta a queste situazioni oltre che indicazioni di base per praticare efficacemente tutte le soluzioni possibili. ON evidenzia come la presenza del diacono promuova sempre un più vivo e fruttuoso cammino ecclesiale, anche là dove il presbitero è presente: è il caso, per esempio, di alcune comunità affidate “in solidum” ad un gruppo di presbiteri, dove il diacono opera accanto al sacerdote svolgendo i compiti propri del suo ministero. Negli ultimi anni, più parrocchie sono state spesso unite insieme a formare le cosiddette “unità pastorali” e questo non solo per rispondere alla carenza di preti, ma soprattutto per promuovere una meglio coordinata pastorale d’insieme, coerentemente con l’ecclesiologia del Concilio che ci dà l’immagine di una Chiesa in cui la partecipazione e la corresponsabilità dei fedeli deve essere promossa e realizzata secondo il principio dell’unità di missione nella diversità dei ministeri, degli uffici e delle funzioni.
d) La figura di diacono nelle realtà particolari: la logica dell’Incarnazione
Come abbiamo visto, il rapporto tra diaconi e parrocchie e quindi presbiteri costituisce sicuramente un dato estensibile a tutte o quasi le realtà diocesane: è nella parrocchia che il diacono vive essenzialmente il suo legame con la Chiesa locale. Ma, se la parrocchia è, da una parte, il “luogo privilegiato” per lo svolgersi del ministero diaconale, essa è dall’altra anche il terreno sul quale i diaconi incontrano problemi (soprattutto nei rapporti con i presbiteri, ed in particolare con i più giovani) e difficoltà che, nella maggior parte dei casi, sembrano riconducibili ad una sostanziale mancanza di fiducia in relazione a responsabilità pastorali da affidare in parrocchia proprio ai diaconi. Abbiamo detto che in linea generale, essi collaborano con il parroco. Dunque le modalità di questa collaborazione spaziano su tutto l’arco dell’evangelizzazione (soprattutto per le molteplici articolazioni della catechesi agli adulti: fidanzati, prebattesimale, gruppi di Vangelo nelle famiglie, piccole comunità), della liturgia e della carità.
Problemi aperti
Con questa rapida panoramica ho cercato di mostrare, a partire dalla reintroduzione del diaconato quali spinte progettuali e quali intendimenti ecclesiali hanno segnato i primi quarant’anni di ministero diaconale, lasciando forse intravedere, insieme alle molte luci, anche qualche zona d'ombra. Quali, dunque, i problemi aperti? In realtà, pur se l’elemento decisivo in questi anni è stata la sacramentalità del diaconato, esso non gode dello stesso livello di dogmaticità e tantomeno della eguale riflessione teologica che si è avuta in questi anni post-conciliari sul presbiterato e sull’episcopato. Se di fatto le funzioni del diacono partecipano alla natura specifica dei tria munera Christi propri di tutto il popolo di Dio, esse sono però esercitate dal diacono con il carattere specifico del ministero ordinato e sotto la specificità della categoria del servizio. Anche l’attività laicale professionale o di lavoro ha un significato diverso da quella del laico, proprio per il suo collegamento con il ministero. La novità che emerge è che già al momento dell’ordinazione, si affianchi sempre un’investitura pastorale specifica, che metta in risalto le funzioni proprie del diacono così che queste non vengano viste, come ammoniscono i vescovi italiani, quali elemento sostitutivo dell’impegno di altri. Ci si chiede se le chiese locali e i diaconi sono rimasti fedeli a questo progetto, o meglio se sono stati capaci di tradurre questa idealità nella realtà della vita comunitaria e nella concretezza del ministero. Non si può negare che le tre diaconie, evangelizzazione, liturgia e carità, siano state accompagnate da molte riflessioni, come è altrettanto evidente che le stesse si mostrino non colte pienamente. Ma questo, come si è detto, riguarda tutta la Chiesa e non solo i diaconi. Il servizio diaconale infatti, come del resto la stessa ministerialità ordinata, rivelano ed esplicano opportunamente la pienezza della loro funzione solo all'interno della comunità cristiana. Anzi, per la sua collocazione di frontiera, il diaconato, oltre ad essere la puntuale traccia storico-sacramentale della realtà ecclesiale di cui partecipa, ne è soprattutto il segno che ne rivela il cammino di crescita nello Spirito. Ora più di un osservatore ha notato che, accanto a ogni vera e corretta forma di diaconia, come il risvolto della medaglia, si può intravedere l'esistenza di un ministero, che sembra marginale rispetto alle tre diaconie sopra dette. Così, accanto alla diaconia della carità, si trova ormai sempre più spesso, un'utilizzazione dei diaconi negli uffici e negli incarichi diocesani per svolgere opere di assistenza, o a volte anche di sola manovalanza, che